20 Novembre 2018 | Leave a comment Bartender si nasce, si diventa o cosa? La professione del bartender è davvero molto ambita e tantissimi giovani, anche sotto i vent’anni, hanno come “sogno nel cassetto” quello di diventare dei bartender di fama nazionale e internazionale. Colpa del fascino che emana la figura in sé del bartender, complice senz’altro di quell’aura di fascino tenebroso che avvolge moltissimi tra i volti più noti del bartending mondiale e che fa sognare un po’ ad occhi aperti. Ma il bartender è molto di più: soprattutto per chi aspira a farne una vera e propria professione, sa che per fare carriera bisogna studiare tanto ed esercitarsi ancora di più. Eppure, nonostante l’approccio al mixology e alle varie aree del bartending (come ad esempio il flair) siano dinamiche complesse e che non si possono improvvisare, si è recentemente scoperto che la maggior parte degli aspiranti bartender italiani, si preparano in solitaria tra le proprie mura domestiche. Autodidatti insomma. Come leggiamo dal sito ufficiale dell’ANSA: “A segnalare la crescita della tendenza e la voglia di preparare in casa il cocktail preferito come un vero bartender è registrato dall’osservatorio Sanbitter Aperitivo Cool Hunting sulle nuove tendenze in materia di drink e mixability. L’indagine è stata condotta su circa 1.500 italiani – uomini e donne tra i 20 e i 55 anni – e su oltre 100 fonti fra testate, magazine, portali, blog e community internazionali. Dall’analisi è emerso, sulla scia dell’influenza d’oltreoceano con protagonisti celebrities come Gwyneth Paltrow e Justine Timberlake, che un italiano su 2 (52%) vuole cimentarsi a miscelare bibite alcoliche e analcoliche, frutta esotica, erbe aromatiche e ghiaccio.” Un italiano su due quindi mostra una sincera passione per questa professione che si riesce a declinare in questi numeri: “I ricercatori sottolineano poi che c’è più di un italiano su due (57%) che vuole divertirsi ad agitare lo shaker, magari- si spiega in una nota- improvvisando voli acrobatici come un bartender professionista e uno su tre (34%) preferisce dedicarsi alla preparazione della giusta quantità di ghiaccio o a pestare il lime ed eventuali altre erbe aromatiche (31%) da aggiungere al drink. Non manca infine- si precisa- chi vuole dedicarsi a un compito più semplice ma non meno delicato, quello del taglio della frutta fresca (una persona su quattro, 27%), oppure a girare vorticosamente il barspoon (24%) per mescolare opportunamente gli ingredienti dei cocktail pestati.” Al di là dei numeri e delle percentuali, però, il dato da estrapolare è questo: in Italia la cultura del saper bere e del voler imparare a bere bene, sta prendendo sempre più piede e la curiosità altro non è che il segno di un Paese che ama bere, ma lo vuole fare con responsabilità e attenzione. Se sei interessato ad apprendere le basi per imparare l’arte del mixology e i segreti dei cocktail attraverso la guida esperta di bartender e professionisti del settore, puoi consultare il nostro calendario delle Academy e partecipare al corso che fa maggiormente al caso tuo! Clicca qui e scopri le prossime Academy Commenti commenti
19 Maggio 2017 | Leave a comment Aroma: dolce con intense note di frutta secca, uva, ciliegia e prugna. Forte presenza di note di vaniglia, legno, noce e caffè della moka. Gusto: al palato lascia spiccate note di uva, prugne, noce, con un tocco di cioccolato e caffè, per un finale setoso. Commenti commenti
19 Maggio 2017 | Leave a comment Aroma: al naso primeggiano note zuccherine della canna che sviluppano un corpo morbido e dolce. Si conclude con un accenno di agrumi. Gusto: al palato ha un sapore molto caratteristico, gradevolmente dolce, con note apprezzabili in un finale morbido. Commenti commenti
18 Maggio 2017 | Leave a comment Aroma: note delicate di frutta tropicale intrecciata con zucchero di canna e banana matura. Gusto: al palato mostra sottili spezie e note floreali con un finale di canna da zucchero e vaniglia. Commenti commenti